L’Italia rinnova il suo impegno nei confronti di Kiev, il ministro Crosetto conferma un nuovo invio di aiuti militari.
L’Italia continua a sostenere l’Ucraina nel suo conflitto con la Russia, che va avanti ormai da quasi due anni. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ribadito in aula alla Camera che il sostegno italiano a Kiev “resta forte e totalmente inalterato”. Un impegno che si concretizza nell’ottavo pacchetto di aiuti militari, approvato recentemente.
Crosetto rinnova sostegno all’Ucraina
Nella risoluzione della maggioranza sulla guerra in Ucraina approvata alla Camera, il ministro Crosetto evidenzia che l’Italia continuerà “a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito Nato e Unione europea nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari“.
Tuttavia, il ministro ha sottolineato l’importanza di un’azione diplomatica incisiva. “Parrebbe giunto il momento per un’incisiva azione diplomatica che affianchi gli aiuti”, dichiara, sottolineando l’importanza di una soluzione pacifica al conflitto, nonostante il sostegno militare.
Ottavo pacchetto di aiuti dall’Italia
Dopo sette pacchetti di aiuti militari già formalizzati, il governo Meloni ha dato il via libera a una ottava tranche di forniture all’Ucraina. Così il ministro della Difesa ha confermato che anche questo ottavo pacchetto “è costituito da sistemi d’arma volti a rafforzare solo le capacità difensive delle forze armate ucraine”.
Questo pacchetto segue i sette precedenti, che hanno contribuito a sostenere l’Ucraina nel corso del conflitto. La risoluzione di maggioranza sull’Ucraina, invita anche a “profondere tutti gli sforzi diplomatici in tutte le sedi, anche in qualità di presidente di turno del Gruppo G7, con l’obiettivo di porre fine al conflitto e alle sofferenze del popolo ucraino e giungere ad una pace giusta, duratura ed equilibrata che ristabilisca la sicurezza e l’ordine mondiali nel rispetto del diritto internazionale”.